© Barbara Lomonaco
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«E poi Roog Sene, l’Immensità inonda il mondo di latte. Orgasmici zampilli di gioia effervescente nella sala. No, non eravamo noi che applaudivamo, non eravamo noi balzati in piedi, ma seduti nelle poltrone. Non era il tempo sospeso. Era il suono della kora, così forte. Così forte che sarebbe indecente registrarlo. Ecco com’è architettato il mondo, o come la kora ha architettato e creato l’universo, e come canti di numeri e parole hanno creato le anime. Quella notte ho pianto. E ancora non soffrivo di diabete. Siamo usciti nel mondo insipido, strimpellando, delusi dalle cose terrene, decisi ad innalzare la terra fino alle corde».

Con queste parole Binyavanga Wainaina, scrittore e giornalista keniano, descrive le sensazioni provate durante un concerto a Dakar, in Senegal, una delle capitali musicali del continente e patria della musica mbalax, arrivata in Europa grazie al celebre musicista Youssou N’Dour. Ballabile e ritmata, la scena sonora senegalese offre strumenti tradizionali come il sabar e il tama accanto a batteria, chitarra e basso elettrici.

Chi ha voglia di avvicinarsi al paese ascoltando il suono e la voce dei suoi musicisti, può partire per 10 giorni alla fine di novembre con Songlines, una delle riviste più autorevoli nel campo della world music. Dal sabato sera a Dakar, il viaggio prevede la domenica la visita a St Louis sulla costa atlantica, capitale coloniale dell’Africa occidentale, per proseguire verso l’isola di Gorée, Patrimonio dell’Umanità per l’Unesco dal 1978, dove milioni di africani ridotti alla schiavitù transitarono prima di essere deportati dal continente verso il nuovo mondo. Il fine settimana successivo si rientra a Dakar in tempo per godere appieno degli eventi musicali.
Mai prima di mezzanotte.

Info: http://www.songlines.co.uk/music-travel/tours-festivals-2015/senegal-mbalax-11.php
© Barbara Lomonaco, pubblicato su La Nuova Ecologia